martedì 16 febbraio 2010

housing sociale, impariamo a farlo dall’Olanda

Viasarfatti25.it - Università Bocconi

Housing sociale, impariamo a farlo dall’Olanda


Piano casa. L’abitazione per le fasce di popolazione che non riescono ad acquistare sul mercato


di Giacomo Morri, direttore del Master in Real estate della Sda Bocconi


La recente crisi economica ha avuto un notevole impatto sul settore immobiliare: se gli effetti più evidenti sono stati senza dubbio la riduzione dei valori immobiliari e la debacle di numerosi operatori, un effetto meno evidente, ma non certo meno importante, è stata la riduzione del potere di acquisto delle famiglie, che si riflette sulle possibilità di accesso all’abitazione per una sempre più ampia fascia intermedia di popolazione (oltre in particolare a studenti, single e giovani famiglie).

Quest’ultima, da un lato non riesce ad accedere all’acquisto dell’abitazione sul libero mercato, dall’altro non rientra nei programmi per l’edilizia residenziale popolare e, infine, incontra serie difficoltà anche nel trovare una soddisfacente soluzione abitativa in locazione, in quanto, nel mercato italiano, chi possiede una casa nella maggior parte dei casi vi abita.

Il recente Piano Casa, nel tentativo di rispondere a questo e altri problemi, ha introdotto un modello in cui dallo Stato centrale, per mezzo di un sistema di fondi immobiliari locali, è possibile far affluire risorse finanziarie finalizzate allo sviluppo del social housing, inteso come edilizia residenziale a canone di locazione calmierato. In sostanza, si offre agli operatori privati la possibilità di creare fondi immobiliari per la realizzazione di nuove unità residenziali destinate alla locazione a canone ridotto e successivamente alla vendita. Cassa depositi e prestiti, mediante un fondo di fondi gestito dalla propria Sgr, investirà in questi fondi immobiliari locali fino al 40% dell’equity necessaria.

Per poter essere effettivamente virtuoso, oltre a un supporto finanziario pubblico, il modello deve essere completato anche da una maggiore efficienza del progetto immobiliare: è quindi utile uscire dai soliti paradigmi dello sviluppo e della gestione immobiliare e guardare a nuovi modelli che contemplino la collaborazione tra pubblico e privato. In questo altri paesi hanno già ottenuto risultati interessanti, primo fra tutti l’Olanda, dove oggi oltre un terzo delle abitazioni rientrano in un modello di social housing e sono realizzate con capitali privati. Il modello olandese si basa su un programma integrato di rigenerazione urbana e sulla realizzazione di unità immobiliari più efficienti nei costi di gestione e nell’utilizzo delle superfici.

In primo luogo, la concertazione tra pubblico e privato consente di giungere alla definizione di progetti di più ampia portata in cui si riqualificano e si valorizzano aree urbane mediante la realizzazione di un mix di funzioni (più “ricche”come il retail o meno come il residenziale in locazione), al fine di ottenere anche un mix sociale con la creazione di servizi a livello di quartiere, innalzando la qualità complessiva della zona. In questo modo la redditività complessiva del progetto è sufficiente ad attirare investitori privati, senza la necessità di un continuo ricorso a capitali pubblici.
In secondo luogo, grande attenzione viene prestata alla tecnica costruttiva, con l’impiego di nuove tecnologie che consentano un abbattimento dei costi e dei tempi di costruzione, ma anche con un’attenzione al risparmio energetico che permette di ridurre i costi di gestione e di migliorare, conseguentemente, il risultato economico.
Infine, una progettazione attenta alle nuove esigenze, consente di ottimizzare l’uso degli spazi mediante la creazione di parti comuni che permettono di ridurre le superfici private senza diminuirne l’utilità, il tutto di nuovo a vantaggio dell’economicità del progetto.

Prima di potersi anche solo avvicinare ai risultati dell’Olanda ci vorranno ancora anni, ma la strada è stata tracciata e il crescente interesse degli operatori del mercato fa dell’housing sociale una delle tematiche più calde del mondo immobiliare odierno.



Fonte: Via Sarfatti 25.it - Il quotidiano della Bocconi

sabato 6 febbraio 2010

alcuni interventi significativi

Su indicazione di Fernando Lua Silva, segnalo:

il numero 131 della rivista COSTRUIRE IN LATERIZIO che ha come titolo questo mese "social housing". Ci sono interessanti progetti di ELEMENTAL (Alejandro Aravena), progetti olandesi(come sempre di altissimo livello), shigeru ban ed altri italiani.


Segnalo inoltre anche alcuni progetti segnalati in molti articoli come ottimi interventi di social housing:

1. progetto equipamientos LV di Coll-Leclerc (scuola matterna e
miniapartamenti per famiglie giovani), Barcellona
2.Tietgen Dormitory di Copenhaghen (realizzato nel quartiere Orestad)
360 unita abitative per studenti-dormitorio del futuro
3. progetto residenziale nel quartiere parigino di montparnasse, 12
appartamenti, progettato dallo studio koz
4. per giovani coppie, a Stravanger in norvegia, riuso di 10 vecchi
container. Studio Helen & Hard AS
5. Dehors condiviso (cambirls-Barcellona), 34 appartamenti, progetto
Vincent Guallart (ACTAR)

martedì 19 gennaio 2010

a Barcellona si rivitalizza lo spazio urbano

Riporto un articolo tratto da il sole 24ore ; a mio avviso una interessante esperienza progettuale che sperimenta soluzioni architettoniche atte ad aumentare gli standard abitativi e a garantire la flessibilità nel tempo dell`intera struttura; mi permetto di evidenziare le parti dell`articolo che ritengo siano importanti.

alcune immagini relative al progetto sono disponibili nell`articolo>



Lo studio Coll & Leclerc rimette in discussione il tradizionale edificio di Cerdà, all'insegna della polivalenza funzionale e materica
Francesca Comotti - ARKETIPO


L'edificio sorto all'angolo tra carrer Londres e Villaroel può sembrare uno dei tanti interventi di riqualificazione a cui Barcellona è stata sottoposta negli ultimi anni, ma si tratta di un caso unico, un progetto pilota che fa parte di un vasto piano strategico di rivitalizzazione urbana. A metà degli anni Novanta, il Comune di Barcellona ha creato ProEixample, una società mista con capitale pubblico e privato, di cui il Comune è azionista per il 62%, con la missione di migliorare la qualità di vita degli abitanti attraverso la rigenerazione dello spazio urbano, la creazione di nuove infrastrutture e il recupero dei cortili interni negli isolati di Cerdà, per restituirli ai residenti sotto forma di luoghi pubblici e giardini.

Un progetto polifunzionale

Il concorso a inviti organizzato da ProEixample per l'edificazione del lotto d'angolo tra Londres e Villaroel, prevedeva per la prima volta la compresenza di diverse funzioni in un unico intervento: residenza per giovani, asilo, scuola e parcheggio. Anche la sistemazione del patio interno era parte del programma. La proposta di Jaime Coll e Judith Leclerc mette in discussione il sistema tradizionale dell'isolato Cerdà, recuperando la tipologia “Mediterranea” sperimentata negli anni '60 dall'architetto Antoni Bonet: l'uso della profondità edificabile viene stravolto per rispondere a esigenze funzionali inesistenti a metà del XIX secolo. Tra queste, la preoccupazione degli architetti di garantire un buon livello d'illuminazione naturale a tutti i fruitori, e di separare il flusso dei pedoni dal traffico veicolare, soprattutto in presenza di un accesso a impianti scolastici.

Il programma polivalente si riflette nella definizione di due volumi paralleli, chiaramente differenziati tra loro e separati da un passaggio semipubblico che collega la strada con il patio interno dell'isolato. Tale distribuzione interrompe l'allineamento e la continuità di facciata, creando un sistema di percorsi alternativi che facilitano la convivenza di funzioni diverse. L'intervento si sviluppa su una profondità di 28,5 metri; i due blocchi, posizionati sull'asse nord-sud, hanno altezze diverse per consentire una miglior penetrazione della luce in entrambi gli edifici. Volumi entrambi poco profondi, ospitano uno le unità abitative per i giovani, l'altro, interno e più basso, la scuola e l'asilo.

Spazi di relazione

Il patio interno si trasforma in giardino pubblico, ma soltanto al di fuori dell'orario scolastico. Il parcheggio sotterraneo, con accesso dall'edificio residenziale, si sviluppa su quattro livelli e si estende al di sotto del patio. I flussi d'entrata a ciascuna funzione sono separati grazie alla permeabilità della pianta alla quota su strada, e alla presenza del passaggio tra gli edifici. Questo spazio funge da elemento di relazione e da vestibolo d'accesso alla scuola, in modo da decongestionare il marciapiede pubblico. Il volume residenziale è profondo 7,5 metri e ospita 45 unità abitative di 44 metri quadrati ciascuna, destinate a giovani fino a 30 anni, che il Comune assegna con contratto d'affitto a tempo determinato.

I progettisti sperimentano una tipologia non tradizionale di edilizia sovvenzionata, partendo al contrario dallo studio di unità abitative minime di 22 metri quadrati per poi espanderle. Il risultato è un appartamento composto da due unità minime, intercambiabili e polivalenti, che possono essere accoppiate sia sullo stesso livello che su livelli diversi, come nel caso dei duplex situati al primo piano. Separate tra loro da una parete mobile, protette verso l'ingresso da uno spazio-filtro che contiene la cucina e con i volumi tecnici dei servizi sul fronte strada, le unità sono spazi la cui definizione è lasciata in mano all'inquilino.

Unità abitative componibili

L'idea di partenza è quella di comporre le unità abitative come se si trattasse di case monofamiliari, ciascuna col proprio ingresso indipendente, una doppia esposizione e una ventilazione incrociata, resa possibile anche grazie alla scarsa profondità dell'edificio. È per questo motivo che la distribuzione verticale e orizzontale si realizza al di fuori del volume, su passerelle di aspetto industriale con funzione anche di brise-soleil, appese a due metri di distanza dal fronte sud dell'edificio. Da queste, si distribuiscono gli accessi ai singoli appartamenti, attraverso un balcone-ponte che regala uno spazio polivalente all'aperto a ciascuna unità. In questo modo, lo spazio esterno aggiuntivo, così come gli interni flessibili, la luminosità proporzionata dai fronti vetrati e alla doppia esposizione, danno vita a una soluzione che i progettisti stessi definiscono dotata di «piccoli lussi necessari, ciò che Peter Mithson era solito definire i piccoli piaceri della vita».

martedì 22 dicembre 2009

densidad

segnalo un altro testo che mi pare interssante (per amore di verità devo dichiarare che mi è stato consigliato dall'arch. Cristina Barranca) sul tema della densità e del rapporto tra essa e la residenza collettiva. è in spagnolo e in inglese; posso affermare che si legge scorrevolmente poichè i testi non sono complessi.

mercoledì 16 dicembre 2009

Abitare a Milano

Dopo faticose ricerche segnalo gli esiti di un concorso internazionale "Abitare a Milano" che presenta molti esempi di nuovi interventi di edilizia convenzionata promossi dal comune ed in fase di realizzazione. C'è molto materiale scaricabile in pdf e secondo me alcuni progetti sono molto interessanti e molto affini al nostro tema soprattutto per l'integrazione dell'housing con servizi.

questo è il link al sito del comune con tutti i progetti

e questo a quello che è stato pubblicato come progetto del mese dal giornale dell'architettura di novembre dello studio MAB di Barcellona.

giovedì 3 dicembre 2009

sociopolis

Riporto l`introduzione al progetto sociopolis presente nel sito (vedi link a fondo post); a seguire mi sono permesso di riportare un paio dei progetti che a mio avviso, già dal ridotto numero di informazioni presenti, esprimono dei concetti interessanti:

-Duncan Lewis, per la volontà di trattare il piano terra come un proseguimento del contesto e come di conseguenza il paesaggio che entra nell`edificio caratterizzi e arricchisca il sistema degli accessi agli alloggi;
-YO2 architects, per il sistema distributivo, gli accessi e la tipologia proposta;

Proyecto Urbano > Introducción

Sociópolis es un proyecto impulsado por la Generalitat Valenciana para la construcción de un nuevo modelo de barrio de vivienda asequible, siguiendo a la tradición moderna de investigar y proponer nuevos entornos habitables que respondan a la sociedad de cada época.

El proyecto promueve la construcción de viviendas sociales que respondan a las necesidades de las nuevas unidades familiares (como jóvenes emancipados, personas mayores, familias monoparentales, etc.), tanto en propiedad como en alquiler, en un entorno urbano calidad en el que las zonas verdes y los equipamientos estimulan la interacción social y la arquitectura de calidad impulsa la excelencia urbana.

Sociópolis fué presentado en la Bienal de Valencia del año 2003, en un proyecto en el participaron 13 arquitectos internacionales . En él se proponía un nuevo modelo de desarrollo urbano en el que la viviendas y los equipamientos multifuncionales se integraban en un entorno agrícola, siguiendo el modelo del "hortulus" mediterráneo.
Tras su presentación se decidió realizar un primer barrio de 2.800 viviendas protegidas (650 en regimen de alquiler), al sur de la ciudad de Valencia, en la pedanía de La Torre, situado entorno al nuevo cauce del rió Turia, en una superficie de alrededor de 350.000 m2.

En este proyecto la transformación urbana viene guiada por la voluntad de proteger el máximo de superficie de "huerta" (que son las tradicionales zonas agrícolas entorno a la ciudad de Valencia) regada con aguas del río Turia a través de las "acequias" que construyeron los árabes hace mas de 800 años. Este desarrollo urbano, fomenta la protección del paisaje y del medio ambiente, al mismo tiempo que cumple una función social al facilitar viviendas a un precio tasado a una gran cantidad de personas.

En el barrio se conservan cuatro alquerías historicas, y alrededor de ellas se plantean zonas de "huertos urbanos" cuidados por los propios habitantes del barrio. Asimismo en el barrio se fomenta la interacción social y el sentido de comunidad a través de instalaciones deportivas como un campo de fútbol, circuito atlético, zonas de juegos y skating.

Los edificios propuestos están orientados todos ellos hacia la zona verde central que tiene una superficie de 120.000 m2, siendo accesibles desde un circuito de tráfico perimetral que rodea el complejo.
Además de bloques y torres, el barrio cuenta con edificios de equipamientos que contiene un programa hibrido, entorno a los cuales se organiza la vida publica en el barrio. Por un lado se implantarán viviendas de alquiler destinadas a jóvenes de menos de 35 años y a personas mayores, y por otro lado todos los edificios cumplirán su misión publica social, mediante programas que fomenten la relación humana, como un centro de arte, una guardería, una zona deportiva, centro social, centro para jóvenes y talleres para artistas.

En el proyecto participan arquitectos tales como VICENTE GUALLART/ TOYO ITO/ WILLY MULLER ARQUITECTOS, MANUEL GAUSA/ SCAPE ARCHITECTURE. Duncan Lewis/ R&SIE ARCHITECTS. FRANÇOIS ROCHE/ GEODE BLOCK/ YO2 ARCHITECTS. Young Joon Kim./ THE OBSERVER DESIGN GROUP. JM LIN / EA ARQUITECTOS. Antonio Lleyda, Eduardo de la Peña/ SOGO ARQUITECTOS/ JOSE LUIS MATEO. MAP ARQUITECTOS/ MVRDV / COLOMER& DUMONT/ ARQUITECTURAS TORRES NADAL/ ARQUITECTURA MEDIATERRANEA. José María Lozano/ ABALOS & HERREROS/ NO.MAD ARQUITECTOS. Eduardo Arroyo.




Edificios > SCHAPE ARCHITECTURE Duncan Lewis
HUERTA M3
TD06. 35 Viviendas de Alquiler. Jardín de Naranjos


El edificio se construye como un prototipo para la ocupación de parcelas con plantaciones de naranjos, en los que se mantiene el cultivo existente. Por ello la volumetría habitada, se levanta del suelo mediante filos pilotis que sostiene los apartamentos cúbicos que permite la entrada de luz para la insolación de los árboles. El edificio, construido de forma ligera, define corredores y espacios de relación abiertos, que estimulan la vida comunitaria.










Edificios > YO2 ARCHITECTS Young Joon Kim
URBAN MAT
TD05. 25 Viviendas de Alquiler. Centro de Salud.


El edificio, emplazada en la plaza creada frente a la alquería del Saboner se organiza como superpoción de dos actividades diferenciadas: por un lado un centro de salud de barrio, y por otro una secuencia de viviendas, delimitada por una serie de muro secuenciados, que crea diferentes tipologías de viviendas en torno a pequeños patios interiores.














www.sociopolis.net

mercoledì 2 dicembre 2009

atlante dell'abitare contemporaneo

con il suo commento del 30 Nov, Alice ha suggerito di consultare:

Atlante dell'abitare contemporaneo, Segantini Maria Alessandra, Skira 2008

recensione:
Dopo l’intenso dibattito avvenuto lungo tutto il Novecento, il tema dell’edilizia residenziale sta assumendo nuovamente un ruolo di primaria importanza nella situazione contemporanea caratterizzata da panorama metropolitano complesso segnato dallo sprawl e da una generalizzata frammentazione dello spazio della casa e della vita collettiva. Si tratta di progetti che tentano risposte alla domanda di sistemi flessibili e che cercano di configurare nuove dimensioni per l’individuo nello spazio pubblico e privato.
La casa racconta di un mondo che sta cambiando molto rapidamente e i progetti selezionati possono essere visti come tentativi sperimentali di dare forma ai nuovi modi dell’abitare la casa nel futuro prossimo. Attraverso la raccolta degli esempi più significativi prodotti negli ultimi dieci anni, il libro percorre i temi centrali come quello della densità, della flessibilità, del rapporto con il suolo, del costruire sul costruito, dell’immagine della casa, attraverso i saggi di alcuni tra gli autori più significativi che si stanno occupando di questi temi. Un saggio introduttivo del curatore delinea i tratti attraverso i quali il libro si svolge inserendoli in un più vasto quadro di riferimento storico-critico.
Tra i cento lavori che raccoglie, il libro illustra progetti di Herman Hertzberger, Wiel Arets, Steven Holl, Sanaa, Gigon-Guyer, Cino Zucchi, Eric van Egeraat, David Chipperfield, Atelier Bow How, Mecanoo, Baumschlager & Eberle, Massimo Carmassi e di altri tra i più interessanti protagonisti della scena architettonica internazionale contemporanea. Ogni progetto è presentato da una scheda sintetica di riferimento e rimanda a una bibliografia
completa.



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